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Loretta Strong di Copi

Presentazione di Francesca Marianna Consonni per il Museo Maga di Gallarate

Luglio 2010

 

Il MAGA di Gallarate presenta una produzione PhoebeZeitgeistTeatro del tutto inedita e sorprendente: Loretta Strong, testo dell’autore argentino, naturalizzato parigino, Copi. Questo lavoro teatrale si inserisce nelle sale di un museo di arte contemporanea in maniera del tutto naturale e spontanea grazie ad alcuni elementi che sono anche i punti cardine e la fortuna dello spettacolo stesso: la sua immediatezza espressiva, la sua scena minimale e linearissima, il testo così profondamente attuale.

Loretta Strong, sola sulla sua astronave in missione nello spazio, è un racconto su quella particolare condizione di solitudine psicoattiva, ovvero capace di creare sentimenti, motivazioni, obiettivi, mondi; quella di Loretta è la capacità disperata di tendersi fino a spezzarsi nella ricerca di sè, degli altri, del raggiungimento di un fine anche se immaginario. Il suo isolamento non è infatti mai statico, Loretta è in costante comunicazione con entità indefinite che accoglie, respinge, seduce o raggira, continuamente invasa ed eroicamente disponibile al procedere o trascendere delle cose. Basti pensare che pur esplodendo a metà spettacolo essa continua la sua missione assurda di esistere, resistere al tempo, seminare il suo oro su un pianeta che non esiste.

 

Questa particolare visione dell’uomo in frammenti e della necessità di comunicare fino ad inventare l’interlocutore sono temi attuali e valori cardini della cultura postmoderna e delle sue derive. Copi è infatti un autore che in tutti i suoi lavori presenta personaggi completamente aperti, in una prossimità esasperata con tutto ciò che li circonda, in costante fusione, ibridazione, scambio con gli altri e con il mondo, colpiti, esplosi nell’identità. Questo spettacolo veniva realizzato alla fine degli anni Settanta da Copi stesso en travesti, che si aggirava tra il pubblico ripetendo ossessivamente “Pronto, Linda?”, frase che da il ritmo a tutto il testo e che ci sembra oggi paradossalmente normale quasi come se l’uomo esploso di Copi si fosse avverato.

 

Tutte le scelte del regista Giuseppe Isgrò sono direzionate a rivelare quanto questo testo ci riguardi tutti, direttamente. La scena è semplicissima e tutto l’hardware del teatro -luci e amplificatori- costituisce l’hardware dell’astronave di Loretta. Non c’è altro se non un triangolo argentato a terra che è insieme confine, spazio, scena, tempo. Loretta è a livello degli spettatori, gli va incontro, perché è così che lo stesso Copi vedeva il teatro: “quel che amo è avere il pubblico di fronte, poterlo spaccare come una barca. Si va avanti e il pubblico è sempre di fronte, come un’illusione ottica. Restare in scena come si resta su una barca. Bene in equilibrio”. Loretta Strong è una barca in piena tempesta tenuta puntata dritta sul pubblico dall’interpretazione incredibile di Margherita Ortolani. Quest’attrice sa alzare onde altissime: la sua interpretazione mantiene un equilibrio leggero poggiato con grazia su tutti i disequilibri possibili; realizza, con il suo corpo, tutta la scena, frulla e divora le prime file del pubblico. Occorre infatti sapere che questa Loretta non è affatto innocua: l’energia cannibalica dell’interpretazione e tutta la realizzazione di questo spettacolo sono affilate su questo obiettivo: seminare l’oro di Loretta in ciascuno di noi.

 

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